Viene sviluppata principalmente da persone anziane MA non fa parte del processo fisiologico dell'invecchiamento.
Ne esistono inoltre diversi tipi e con diverse caratteristiche di esordio, durata e sintomatologia; anche se la più tristemente famosa è quella di tipo Alzheimer.
La demenza di tipo Alzheimer inizia solitamente con problematiche legate alla memoria di cui la persona è consapevole. Solo con il progredire della patologia le funzioni cognitive coinvolte aumentano.
Esiste anche in forma giovanile, anche se solitamente inizia con difficoltà nel linguaggio, alterazioni visive e spasmi muscolari piuttosto che con le dimenticanze.
L’iter diagnostico (indipendentemente dal tipo di demenza) prevede: anamnesi personale e familiare, valutazione dello stato mentale, esame generale e neurologico, esami di laboratorio e di esami strumentali (tac, risonanza magnetica) e valutazione neuropsicologica e psichiatrica.
Al termine degli accertamenti, se confermata, viene valutata una terapia farmacologica ed interventi non farmacologici nel tentativo di frenare il decadimento. Rallentare la malattia significa prolungare il più a lungo possibile l'autosufficienza della persona, tutelando il suo benessere e quello dei familiari.
Il percorso non farmacologico da intraprendere dipende: - dalle risorse personali, - dalla consapevolezza, - dal supporto della famiglia e dei caregivers, - dallo stadio della malattia.
Si fonda sugli interessi e le motivazioni della persona e il principale obiettivo, insieme al rallentamento del decadimento cognitivo, è il mantenimento della voglia di lavorare insieme.
Questo avviene fondamentalmente se la persona non avverte di essere a scuola a fare dei compiti, ma a spendere del tempo dove si realizza, si diverte e vi partecipa volentieri.
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